La Turchia incolpa i curdi per la strage di Istanbul. L’attentatrice arrestata ha dichiarato di essere del Pkk, l’organizzazione terroristica curda.
Le autorità turche hanno arrestato la presunta artefice dell’attentato che ha provocato sei morti a Istanbul e decine di feriti. Per il governo di Ankara la strage è stata causata da Pkk e dai siriani sostenuti dagli Usa. La donna siriana Ahlam Albashir, avrebbe confessato di far parte del Pkk, il partito curdo armato e dal partito siriano curdo Ypg. Ma il Pkk nega qualsiasi responsabilità. La donna ha detto di essere stata addestrata come forza speciale da questi partiti e di essere entrata in Turchia illegalmente.
“Gli attacchi terroristi contro i nostri civili sono conseguenze dirette o indirette del sostegno di alcuni Paesi per organizzazioni terroristiche» ha detto il capo delle comunicazioni di Erdogan. «Se questi Paesi vogliono l’amicizia della Turchia, devono immediatamente fermare il loro sostegno diretto e indiretto al terrorismo», ha fatto sapere il presidente turco. Ankara, infatti, ha respinto le condoglianze degli Stati Uniti perché Washington sostiene i ribelli curdi in funzione anti-Isis e ha alimentato la loro crescita.
I curdi potrebbero aver lanciato un avvertimento
I curdi sono il nemico numero uno della Turchia di Erdogan che lancia almeno un’operazione militare all’anno contro i curdi del nord della Siria. Per questo i curdi sostengono che Erdogan stia dando la colpa a loro dell’attentato soltanto per giustificare un nuovo attacco e una nuova incursione contro di loro nel nord della Siria.
La lunga guerra dei turchi contro i curdi ora si è acuita con la questione ucraina. La Turchia mantiene Svezia e Finlandia sul filo del rasoio senza permettere loro di entrare nella Nato se non estradano decine di curdi. La Svezia è il paese che ha accolto un maggior numero di curdi e ora perderebbe il suo primato in fatto di rispetto di diritti umani se dovesse cedere alle condizioni di Erdogan e condannare nuovamente questo popolo per interessi personali.